lunedì 14 dicembre 2015

Il dibattito aperto sulla città e le diverse insidie sui social (da La Città del 12/12/15)


di Rocco Papa

È una divisione attiva, piena di fermento come non se ne vedeva da anni in città. È già un po' di tempo che scorrendo le pagine dei social network si ha l'impressione che Salerno sia una città spaccata. Una divisione sostanziale, oltre che formale, tra chi è convinto che tutto va bene e chi, invece, crede che, per usare un vecchio detto ciclistico, sia tutto da rifare. Una divisione su fatti e cose, che stringi stringi si risolve sempre in un pro o contro qualcuno e, quel qualcuno, è l'ex sindaco De Luca. Ex solo formalmente, ma di fatto ancora reggente tramite terzi della sua Salerno.
Sorgono gruppi pro e contro, ma mai apertamente schierati o inneggianti al nome del sindaco, si abbelliscono con nominativi che includono il nome e l'amore per la città, in un senso o nell'altro. Scorrendo i messaggi di questi gruppi, la cosa che più colpisce è comunque l'amore per Salerno, declinato in maniera diversa, ma sempre di amore si tratta. La questione diviene complessa quando ci sono interventi incrociati, cioè e i pro e i contro si scontrano su argomenti concreti, non ultima la questione delle luminarie, con la coda di polemiche sul traffico e sull'utilità dell'iniziativa. In questi duelli alla tastiera, ci sono degli elementi che si ripetono, alcuni anche abbastanza inquietanti. L'accusa che viene spesso rivolta a chi non è d'accordo con l'attuale linea politica, è quella di volere un ritorno al passato, alle famose chiancarelle o alle prostitute al teatro Verdi e a via Roma. Accusa ovviamente infondata, almeno a giudicare dalle risposte. Ciò che invece è contestato a chi osanna e inneggia l'attuale politica amministrativa, è quella di essere poco obiettivi e non tenere conto dei tanti fallimenti, dei problemi e, soprattutto, della mancata visione di un futuro per la città. Anche in questo caso, speriamo, non c'è molto di vero, o forse sì, ma lo scopo di questo articolo non è stabilire chi ha torto e chi ragione. Vuole essere solo una presa visione di una rinnovata lotta politica, tra virgolette, che anima la città come negli anni sessanta e settanta. All'epoca ce le si dava di santa ragione per strada o ai comizi, oggi ci si schiaffeggia a colpi di tastiera e selfie. C'è anche un'altra differenza che risulta subito evidente: dall'attuale lotta politica sono scomparsi gli attori principali, i politici. Nessuno, o quasi, entra nel vivo delle polemiche dando voce al suo partito o alla propria linea di pensiero. In particolar modo nessuno di coloro che sono attualmente maggioranza a Palazzo di Città. Nessuno si impegna a spiegare il perché e il per come di certe scelte che scontentano almeno una parte, anche consistente, della popolazione. A cercare di dare spiegazioni sono gli amministratori dei vari gruppi e i partecipanti alle discussioni.
Di fatti, se tra le altre cose si deve imputare qualcosa a questa Amministrazione, è certamente quella di tenere poco in conto le opinioni dei cittadini, le rimostranze o i suggerimenti. Forti della percentuale bulgara raccolta alle elezioni, si va dritti per la propria strada, proprio come una volta. D'altra parte, è diffusa usanza tra chi contesta De Luca e i suoi, di non voler ammettere nemmeno sotto tortura le cose buone che pure sono state fatte in città, anche di recente, e a me basta citare il famigerato solarium di Santa Teresa che, a mio parere, è una delle cose migliori realizzate negli ultimi anni.
Questo moto spontaneo di tanti cittadini, che attivamente e anche ironicamente partecipano alla discussione sul presente e sul futuro della città, non può che fare bene, ma un rischio sotterraneo, viscido, potrebbe nascondersi tra le maglie della rete. Un rischio sottovalutato da chi, in buonafede, si mette al servizio dell'una o dell'altra parte, quello della strumentalizzazione. Ma non solo, a volte si ha la netta sensazione che qualche gruppo non sia proprio nato dalla spontanea volontà di alcuni cittadini, ma sia frutto di una studiata linea di marketing politico, una infiltrazione mirata a orientare la discussione, a ingigantire o sminuire problemi che pure ci sono e le iniziative che pure si fanno. Una nuova forma di affiliazione politica attraverso un lavaggio del cervello mediatico. Diffidare di chi parla solo bene o di chi critica soltanto, dovrebbe essere questa una regola da seguire per chi intende partecipare al dibattito aperto in rete sulla sorte di Salerno.

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