lunedì 24 ottobre 2016

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mercoledì 12 ottobre 2016

Barliario, il mago che visse per sempre. (da La Città del 9/10/2016)

di Rocco Papa

(illustrazione di Licio Esposito)

Erano trascorsi due giorni e tre notti da quando era accaduto il fatto. Erano morti per una sua dimenticanza, perché era sicuro che mai avrebbero messo piede nel suo laboratorio, mai avrebbero armeggiato con le sue pozioni, e invece...
Due bambini che non avrebbero mai più conosciuto il mondo e le sue meraviglie, i suoi segreti, quelli che lui sarebbe stato disposto a rivelargli, da maestro e da padre.
All'alba del terzo giorno, finalmente, il sole violentò la coltre di nubi e la lunga notte nella quale era piombata la città. Il terzo giorno, lo stesso della resurrezione di Cristo, un timido spiraglio divenne uno squarcio nel silenzio e la luce tornò a illuminare la vita della città.
Barliario, mago, stregone, alchimista, senza Dio, sodale di Lucifero, blasfemo e apostata, era in ginocchio, immobile. Nella mano destra reggeva una pietra e con le poche forze che gli restavano la batteva sempre più debolmente sul petto, dal quale sgorgava un sottile rivolo di sangue.
L'alba penetrò nella chiesa come un messaggero, fili di luce dai colori resi cangianti dalla policromia delle vetrate, dissolsero le ombre, ricacciandole nell'abisso. In quei tre giorni, nessun chierico aveva avuto il coraggio di avvicinarsi a quell'uomo, nemmeno il vescovo, che informato del fatto, aveva ordinato di lasciarlo stare.
Barliario, uomo forte e di bell'aspetto, sempre vestito delle migliori stoffe in vendita alla drapperia e cucite dai sarti più bravi, in quei tre giorni si era tramutato in un vecchio canuto e debole che chiedeva perdono a Dio e al mondo sussurrando parole di pentimento. Sempre uguali, sempre le stesse, come una nenia insistente.
Un raggio di luce attraversò piano il pavimento, risalì lungo le mura della chiesa di San Benedetto, fino a raggiungere la faccia del Cristo Crocifisso dipinto sopra l'altare.
"Perdona o Cristo la mia colpa. Perdona la mia vanagloria; Perdona l'uomo che voleva ridurre l'immenso in vile materia. Perdona o Cristo la mia colpa, fa che io possa raggiungerli presto e finché non sarà il momento, la mia vita dedicherò a Te e solo a Te. E così sia!"
Dieci, cento, mille volte in quei tre giorni aveva recitato quella preghiera. Quell'atto di pentimento era riecheggiato incessantemente tra le mura di San Benedetto. Parole che restavano a mezz'aria tra la terra e il cielo, in attesa dell'ultimo atto dello spirito per giungere all'orecchio dell'Onnipotente. Intanto il corpo di Barliario si deperiva, la sua voce diventava sempre più flebile e nei suoi occhi non c'erano più lacrime da versare.
Come insegna la Scrittura: bussate e vi sarà aperto, chiedete e vi sarà dato. Se non vi apriranno per il piacere di farlo, lo faranno per la vostra insistenza. E così anche quel Cristo, che legge nel cuore di ognuno, a quell'insistenza, all'alba del terzo giorno, risuscitò dal legno nel quale era stato dipinto, aprì gli occhi e fece segno di sì con la testa.
Il cuore di Barliario scoppiò di gioia, il Redentore aveva ascoltato la sua preghiera e il suo lamento, e lo aveva perdonato. Con le ginocchia dolenti e senza forze, si mise in piedi, e quel giorno stesso entrò nel monastero di San Benedetto, per dedicare la sua vita a Dio che lo aveva perdonato da quel terribile crimine.
Il ragazzo guardò perplesso il vecchio monaco. Sembrava così piccolo sotto il peso degli anni, ma la voce era limpida come quella di un giovane.
- E finisce così? - domandò
- No - rispose il vecchio fissandolo -. Dio non sempre accontenta in tutte le loro richieste i penitenti, e così rimandò il giorno del ricongiungimento di Barliario con i suoi cari, ancora per molti anni. Del miracolo del Crocifisso di legno che aveva aperto gli occhi, qualche chierico chiacchierone, contravvenendo alle indicazioni del vescovo, ne parlò in giro, e in città cominciarono a darsi convegno pellegrini, penitenti, e una schiera di artigiani e commercianti, che diedero vita a quella che oggi ancora chiamiamo la Fiera del Crocifisso.
- Ma Barliario morì? - chiese il ragazzo.
- Di lui non si seppe più nulla - rispose il vecchio -. Qualcuno pensa che la sua penitenza continui ancora, e la sua punizione sia quella di non potersi ricongiungere con i suoi figli nell'aldilà, fino alla fine del Mondo.
Il ragazzo era ancora più perplesso, convinto che quell'anziano monaco gli avesse raccontato un sacco di bugie, solo per il gusto di trascorrere un po' di tempo in compagnia.
- Adesso devo andare, mi aspettano di sotto.
Il monaco non si mosse e non lo salutò neppure. Lui scese di corsa le scale fino all'atrio dell'antico convento, dove uno dei professori lo aspettava.
- Ma dove sei stato, lo sai che il pullman aspetta solo te?
- Sono rimasto a parlare con un vecchio monaco, mi ha raccontato la storia del mago Pietro Barliario.
Il professore lo guardò con aria stupita.
- Inventane un'altra di scusa, in questo monastero, che oggi è solo un'attrazione per turisti, l'ultimo monaco ci ha vissuto più di cento anni fa.