martedì 28 luglio 2015

...dalla parte sbagliata si muore. Uomini che si uccidono

Sarà stato per via di un debito, o per un amore finito male o mai cominciato. Sarà stato per un dolore che covava dentro da tempo, oppure un istante che ha cambiato tutto. Chi può sapere davvero qual è la ragione per la quale si decide di non vivere più. Nella mia città, a Salerno, ma un po' in tutta Italia, ogni giorno si legge, si commenta, si assiste a un suicidio. Nel lungo elenco delle ics nel ciclo della vita, si aggiungono questi esseri umani, che un giorno hanno creduto, gli hanno fatto credere, di non essere abbastanza per continuare a vivere. È una scintilla che abbiamo dentro di noi. Una linea che demarca, divide, oltre la quale c'è il nulla. Si indaga su quale sia l'innesco che trasforma un uomo in un criminale, o che spinge qualcuno a far perdere per sempre le proprie tracce, o che porta al suicidio. Un salto nel vuoto, il gas, un proiettile, quanti modi ci sono per dire basta. Chiudere i conti con un passato ingombrante, un presente deludente, un futuro senza speranza. Si muore, si decide di morire dalla parte sbagliata, dalla parte della disperazione, della delusione, chiusi in se stessi, mentre il mondo, gli amici, i parenti, non si sono accorti di niente. E può accadere di non riconoscere un malessere, un segnale, perché siamo distratti dalla vita che non si ferma mai. Siamo spinti dal passato, verso un domani che tutti si impegnano a volerci far vedere sfavillante di promesse. Guardiamo indietro, avanti, dimenticando il presente e chi ci sta intorno. Non c'è ragione sufficiente o dolore, debito, amore che può farci comprendere. Resta il silenzio di chi non se lo aspettava, le lacrime di chi rimane e si sente tradito, perché non ha capito. Resta il nulla di una selezione poco naturale, che non si riesce a spiegare.

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