giovedì 25 maggio 2017

I Guardiani, Sete, non una recensione, ma una confessione

In questo periodo, purtroppo, ho un po' di tempo libero. La vita riserva sorprese (a volte brutte)... L'ho impiegato, guarda un po', a leggere. Quattro libri, anzi tre e mezzo, visto che l'ultimo lo sto finendo, che mi hanno fatto capire un sacco di cose, se ancora ce ne fosse stato bisogno, sull'editoria e sui lettori. In ossequio all'omertà e a una certa ipocrisia che aleggia su questo mondo, citerò solo i due autori che mi sono piaciuti. Gli altri due libri, però, sono stati utili a farmi capire quanto possano essere sopravvalutati certi soggetti, solo perché spinti da un po' di critica... o da qualche parente. Vabbè, lasciamo stare. Ho letto in tre giorni i Guardiani, di Maurizio de Giovanni. Ok, parliamo di un libro diverso da quello a cui ci ha abituati, ma ho sentito qualche critica, sussurrata per carità, esagerata. Se vuoi leggere i Guardiani, devi approcciarti con la mente sgombra e la fantasia aperta, altrimenti non ti piacerà. Se poi hai sempre snobbato Asimov, è meglio che non lo compri. Direi che al di là della scrittura, sempre raffinata, è la capacità di portarti dentro la storia, anche se è quel tipo di storia, la vera carta vincente di De Giovanni. Lui ti coinvolge, e tu sei lì a camminare, scappare tra i vicoli e i sotterranei della città. Questo è uno scrittore.
Il libro che sono in procinto di terminare (oggi) è Sete, di Jo Nesbo. Credo che per apprezzarlo in pieno bisognerebbe conoscere il norvegese, ma anche tradotto (ottimamente) è assolutamente spettacolare. E anche qua, tu che leggi, non riesci a smettere e cominci a sperare che Harry Hole, il protagonista, non ricominci a bere, e... ok, niente spoiler. Anche in questo caso, l'autore ti tira per i capelli nella storia e non ne puoi uscire fino all'ultima riga dell'ultima pagina. Hai quasi paura a uscire di casa, al buio, tanto è forte la suggestione che il male può essere là ad aspettarti. Ecco, questi sono autori, sono scrittori... e il primo giugno esce il mio libro, e già provo un certo imbarazzo. Ma non perché io debba confrontarmi con loro, ci mancherebbe, e nemmeno con gli altri due autori che non ho voluto nominare, ma perché se già esistono tali tipi di storie e di scrittori, che senso ha tutto il resto, il contorno; serve solo per esaltare ulteriormente quelli veramente bravi. Ho finito, non voleva essere una recensione, ma una confessione...

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