Recensione
Corte Nera
di Isabella Pascucci
C’è odore stridulo di pioggia
o profumo acre e dolciastro
di sangue, insieme ai miasmi
maleodoranti di un ghetto
cittadino, popolato di prostitute
imbellettate, o di un giaciglio
di paglia, sul quale si
mescolano sudore e lacrime:
è il mondo chiuso a chiave di
quella Corte Nera (Runa Editrice)
che dà il titolo all’avvincente
raccolta di racconti
firmati da Tina Cacciaglia,
Paolo D’Amato, Rocco Papa e Piera Carlomagno, in un viaggio
tra storia e storie, ancorate al fondale condiviso di una
Salerno regina, insieme mendicante e principessa, e trainate
- tra secoli e contesti lontanissimi - dal faro unificante di un
nome: Gemma. Gemma assassina e vittima, Gemma donna e
simbolo di tante epoche differenti e di tante speranze perdute
o deluse, Gemma araba fenice e reincarnazione di un
ideale di donna che nasce, muore e rinasce di nuovo.
Come esordisce Diana Lama nella prefazione al volume:
«Questa bella antologia si dipana come un nastro intessuto
di emozioni, delitti, imprevedibili barlumi di umanità e
osceni dirupi di perversione, attraverso i secoli».
Nonostante una certa ingenuità linguistica nei primi due
racconti, ripagata da uno stile più incisivo e metamorfico
negli ultimi due, le storie noir di questa raccolta restituiscono
un filo rosso di emozioni che cresce con l’appropinquarsi
al presente. A delinearsi, passo passo, è la corte di principi
e dignitari, in un medievale VIII secolo, tra prigioni in cui la
tortura è unica regola e misteriose abbazie longobarde, dove
le preghiere si mescolano ai profumi di pozioni arcane e di
veleni letali; o la Salerno “Trista provincia ribelle” in epoca
post unitaria, tra briganti e rigurgiti risorgimentali, inni
garibaldini e donne incinte squartate e metà. Un balzo temporale,
e ad echeggiare sul golfo partenopeo sono i rombi
dei cannoni dell’ultima guerra mondiale, all’indomani di un
armistizio fantoccio, con una città fantasma, abbandonata e
in mano agli Inglesi, e una morte violenta tra le mura umide
e fredde di un carcere. Fino all’oggi, di una Salerno targata
anni ’90, ma che sembra rimasta quella di cento anni fa,
con famiglie numerose e povere fino all’osso che vivono di
espedienti, di sigarette di contrabbando e di giochi di bambini
tra i vicoli, e in cui il silenzio, in un giorno come tanti,
è rotto da un tonfo: quello di un corpo che precipita da un
balcone. E non sembra per un suicidio.
E Gemma è sempre lì, da indiziata di omicidio a vittima di
un delitto, da moglie di quel morto del ‘43 a protagonista
di un suicidio apparente. Strega e martire. Donna ed eroina solitaria attraverso i secoli. Al centro di verità spaventose, di
gialli macchiati di rosso sangue. Di un’anima che trasmigra di
corpo in corpo, muta testimone di crimini e misteri, di morti
e lacrime. Ma anche del sorriso disarmante di una bambina
dai grandi occhi blu. Una bambina che si chiama Gemma.
Tina Cacciaglia, Paolo D’Amato , Rocco Papa , Piera Carlomagno - Corte Nera -Runa, 2014
pp. 238, euro 14,00
Nessun commento:
Posta un commento